La villa attuale presenta un'architettura seicentesca, ove è difficile immaginare la residenza di una comunità religiosa.
La famiglia Gualtiero ha valorizzato l'insieme, restaurando con cura i resti dell'antico passato.
Nell'arco d'ingresso del cortile, del secondo '400, a ridosso dell'antico monastero, appare lo stemma dei Cerato Loschi che riporta l'anno 1591. La torretta è stata aggiunta nella tarda età romantica e lega il corpo padronale a ciò che rimane dell'antico monastero. Si possono ancora visitare le celle e i locali dove i monaci cucinavano il pane, preparavano il formaggio e facevano il bucato. Restano testimonianze del forno e del focolare.
La corte conserva tracce dell'antico chiostro. La dimora mantiene una bella scala elicoidale in pietra e alcuni fregi alle pareti.
L'oratorio della villa, dedicato a San Biagio, fu edificato nel XII sec. per essere ricostruito verso il 1456 circa e rinnovato nel 1488. A causa delle continue dispute con gli abitanti dei luogo per í pagamenti delle rendite, i monaci vendettero la proprietà ai signori Cerato, Angaran e Borgo. I nobili vicentini Cerato Loschi ampliarono poi la cappella nel 1618 aggiungendo il presbiterio. Nella solennità di San Biagio la chiesa è aperta al pubblico.